HERITAGE

1840 - 1904

Pietro Baglietto nasce nel 1841 a Varazze. Nel 1854 fonda il "suo" cantiere nel capanno di un orto a cento metri dal mare e costruisce piccoli scafi di gozzi e canotti. Ben presto si orienta verso lo yachting iniziando a costruire imbarcazioni da diporto.
Fino al 1890 il cantiere Baglietto è un cortile all'interno dell'abitato di Varazze, lontano dalla spiaggia. Ottenuta la prima concessione di arenile e grazie anche alla nascita dei primi Yachting Club, molti appassionati cominciano a fare a gara per possedere un'imbarcazione targata Baglietto.
1910 - '20

Il cantiere di Varazze operava in una nicchia specifica: imbarcazioni d'intervento rapido, ovvero il leggendario MAS (Motoscafo Armato Silurante), impiegato nel contrasto anti sommergibili. Oltre quattrocento MAS di differenti caratteristiche furono costruiti nel corso del primo conflitto mondiale da Baglietto, coadiuvato dai cantieri SVAN, Società Veneziana Automobili Navali, Orlando ed Elco. Il MAS 203 del 1917 era il prototipo sperimentale di una serie, da MAS 204 fino a MAS 217, che venne denominata "tipo Baglietto 12 tonnellate". Lungo 16 metri, il MAS 203 era equipaggiato con due motori Fiat a benzina e con due piccoli motori elettrici che gli permettevano di avanzare silenziosamente a 4 nodi. I MAS di questa serie costruiti nel 1918, MAS 204 fino a 217, erano generalmente spinti da motori Isotta Fraschini di 350 cavalli.
Nel 1918 comparve una nuova serie "tipo Baglietto veloce 1917", da MAS 397 a MAS 400 di 21,20 metri di lunghezza per 30 tonnellate di dislocamento. Questa serie non sarà operativa che dopo la fine della guerra, ma sarà l'antesignana delle unità che verranno impiegate nel secondo conflitto mondiale. Un MAS particolare era il 318, detto "Baglietto 1914". Fu costruito per un privato, varato nel 1915 e successivamente acquisito dalla Regia Marina nel 1917.
1920 - '30

Nel periodo tra le due guerre, sotto la direzione tecnica di Vincenzo Vittorio Baglietto, la produzione di imbarcazioni militari continuò e si evolse per adattarsi alle nuove commesse. Attorno al 1926 una collaborazione tra Baglietto e il cantiere navale francese Ateliers et Chantiers de la Loire fece nascere un'unità planante per la Marina Francese che ottenne eccellenti risultati in termini di velocità, tenuta di mare e manovrabilità.
1930 - '40

Nel 1932 Baglietto presentò il MAS 431, detto "tipo Baglietto 1931", che proseguì l'esperienza fruttuosa del 1926. Questa costruzione sperimentale in legno di 16 metri e 16 tonnellate di dislocamento con due motori a benzina Fiat di 750 cavalli raggiunse i 45 nodi. Era il primo MAS con carena planante dotato di redan. Questa unità fu il concentrato di tutte le competenze tecniche accumulate da Baglietto.
Il risultato fu così valido che molte marine militari straniere interessate a questo progetto passarono degli ordini al cantiere di Varazze. Il MAS 431 diede poi vita alla classe 500, che si sarebbe fatto onore durante la Seconda Guerra Mondiale. La Regia Marina infatti scelse di concentrarsi su dei MAS derivati dal prototipo Baglietto. Dal 1936 al 1941 furono costruite quattro serie successive di MAS 500, dal 501 al 576, per complessive 76 unità. Le caratteristiche di tutte le serie non differivano significativamente. Avevano scafo a doppio redan, lunghezza variabile da 17 a 18,70 metri e dislocamento da 23 a 30 tonnellate. I motori Isotta Fraschini sviluppavano, secondo le versioni, da 1.000 a 1.150 cavalli, per assicurare sempre una velocità superiore ai 40 nodi, un record per l'epoca. Tutte queste imbarcazioni furono costruite da Baglietto, ma anche da altri cantieri.
Parallelamente negli anni 1934-35 Baglietto costruì i MAS da 438 a 441, detti "tipo Baglietto 1934". Erano quattro unità di 22,50 metri che si ispiravano al modelli "Elco 40 tonnellate" e presentavano un profilo differente dagli scafi precedenti, simile piuttosto al profilo più aggressivo del MAS 500. Baglietto cercò sempre di migliorare le qualità di queste unità e nel 1938 varò i MAS 451 e 451 "tipo Baglietto velocissimo". La novità stava nella motorizzazione Fiat diesel, ma l'affidabilità meccanica era insufficiente. I Fiat vennero sostituiti con gli Isotta Fraschini di 1.150 cavalli affiancati da due piccoli Alfa Romeo di 70 cavalli.
1940 - '50

La Regia Marina aveva inoltre bisogno di unità più importanti per il contrasto anti sommergibile e la sorveglianza costiera. Baglietto raccolse la sfida ed elaborò un nuovo progetto: VAS, Vedetta Anti Sommergibile, detta "tipo Baglietto 68". Si trattava di uno scafo di 28 metri, che venne prodotto dal 1942 al 1943 in 48 esemplari, di cui 14 realizzati a Varazze da Baglietto e gli altri da differenti cantieri. Durante la guerra Baglietto, oltre ai MAS e ai VAS costruì altri scafi per le necessità della Regia Marina.
Nel 1940 il cantiere studiò il progetto "tipo MTS", Motoscafo Turismo Silurante, di cui produsse quattro esemplari. Questa imbarcazione, costruita partendo da uno scafo da diporto di 7,15 metri, era spinto da un motore Alfa Romeo a benzina e poteva trasportare due siluri e due persone d'equipaggio. Ma la scarsa autonomia e una velocità insufficiente impedirono di impiegare l'unità in operazioni. Nel 1941 il cantiere sviluppò un nuovo progetto detto "tipo MTSM", Motoscafo Turismo Silurante Modificato, per sopperire alle carenze dell'MTS. Venne imbarcato un solo siluro e la potenza fu elevata a 190 cavalli con due Alfa Romeo da 95 cavalli, per raggiungere la velocità di 32 nodi.
Ne vennero prodotte varie decine. Nello stesso periodo fu costruito il "tipo MTM", Motoscafo Turismo Modificato, imbarcazione di oltre 6 metri, che imbarcava una carica esplosiva di 300 chili e un solo pilota. Concepito per essere trasportato da un idrovolante sul luogo dell'attacco, I'MTM veniva lanciato contro il bersaglio per danneggiarlo gravemente. Al di là di queste unità speciali, il cantiere di Varazze costruì anche unità tradizionali, come i dragamine in legno.
1950 - '70

Avendo deciso di passare alla produzione di unità da diporto in tempo di pace, le commesse militari si diradarono. Tuttavia la necessità di dragare i fondali ancora pieni di mine lasciate dalla guerra spinse la Marina Militare Italiana a ordinare dei dragamine che Baglietto costruì su progetti stranieri.
Nel 1955 furono varati i dragamine costieri Gaggia (5534) e Gelsomino (5535) di 45 metri e 450 tonnellate di dislocamento. Si trattava di un progetto americano della classe "Agave". Nel 19,57 il cantiere realizzò altri tre dragamine su un piano di origine britannica, classe MSI - 58, Minesweepers Inshore, Calamaro (5454), Conchiglia (5455) e Dromia (5456). Erano degli scafi di 34 metri che dislocavano 120 tonnellate.
Numerose marine militari straniere si sono rivolte al talento di Baglietio per rinforzare la flotta e soddisfare i propri bisogni. La lista è lunga: dalla Finlandia alla Svezia, dalla Francia al Giappone, dall'Algeria a Israele all'Indonesia. Nel 1956 Baglietto consegnò alla Marina Israeliana tre unità della classe "Ophir". Ophir, Shva e Tarshich erano imbarcazioni di 18 metri e 50 tonnellate di dislocamento che raggiungevano i 40 nodi. Nel corso degli anni '60 da Varazze partirono dei pattugliatori in acciaio di 42 metri per l'Indonesia. Nel corso degli anni Baglietto continuò a fornire di guardacoste veloci i corpi italiani, e in particolare la Guardia di Finanza, con la versione militare del 20 M denominato "classe Meattini" costruito in decine di esemplari.
1980 - 2000

Negli anni '80, nel corso della gestione TIM di Leopoldo Rodriguez, sono state realizzate diverse costruzioni particolari e molto differenti tra loro. Tra il 1986 e il 1989, utilizzando lo scafo di 23 metri già impiegato sul Nachite di John von Neumann, Baglietto ha prodotto cinque motovedette guardacoste in alluminio per Dubai. Motorizzate come lo yacht con gli MTU 12V 396 TB 93 di 1.960 cavalli, le unità superavano facilmente i 40 nodi. Nell'89 ne fu poi realizzata una sesta, ma con prolusione a idrogetto, per operare anche su bassi fondali, e con una velocità massima ulteriormente aumentata di altri 5 nodi. Tra il 1989 e il 1991 il cantiere ha costruito cinque unità per le Capitanerie di Porto, le CP 314 - 318, progettate dallo studio del professor Vincenzo Ruggiero.
Sono unità dislocanti con scafo in vetroresina dì 18 metri capace di 20 nodi di velocità continuativa, ancora operative nel 2014. Le CP 314 - 318 sono auto raddrizzanti in quanto lo scafo è perfettamente stagno, con volumi vuoti nelle parti alte, che formano una riserva di galleggiamento capace di raddrizzare la motovedetta eventualmente rovesciata dal mare, riportandola sulle sue linee.
OGGI

Baglietto Navy nasce con l’obiettivo di ripercorrere una tradizione militare che sin dai suoi esordi ha segnato la storia del cantiere. A partire dai primi storici MAS (motoscafo anti sommergibile o motoscafo armato silurante), fino ad arrivare alle più recenti motovedette costruite per la Guardia di Finanza, la lunga collaborazione con la Marina Militare Italiana e con molte marine internazionali, ha consentito al cantiere di acquisire competenza ed un ampio patrimonio tecnico che il marchio del Gabbiano, oggi in completa rinascita grazie all’acquisizione nel 2012 da parte del Gruppo Gavio, vuole recuperare e riproporre in una prospettiva di applicazioni militari contemporanee.
A tale scopo, e con l’intento di venire incontro in modo efficace alle esigenze dei propri clienti, il cantiere si è dotato di una divisione Navy, con una nuova struttura organizzativa, uffici tecnici dedicati e nuovi progetti che rispecchiano in tutto e per tutto il valore e la qualità di un prodotto Baglietto.

Barche militari storiche

È in ambito militare che Baglietto ha scritto grandi pagine della sua storia.

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